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«È il testo più recente contenuto in Collezione di Arretrati, fotografa il presente, aver scavallato i trent’anni e aver affrontato cambiamenti, con grandi incertezze che accomunano un po’ tutta la generazione, ma parla anche di lasciar andare, di accogliere la fine dei sogni e l’inizio della vera vita, di fare pace con le parti di sé che non sono come le abbiamo desiderate.» AdriaCo

Ritorna quindi la tematica del sogno presente nel singolo precedente “Un’Altra Favola”, di cui questa traccia costituisce una sorta di “update” arrivando a citarla musicalmente. Torna anche quella “voce forte dentro me” menzionata in “Cicatrici”, la voce del giudizio, dell’aspettativa su di sé, ma finalmente può allontanarsi, divenuta ormai un bisbiglio sommesso trascinato dalla risacca del mare. E all’elenco potenzialmente infinito dei nostri arretrati, risponde solo un unico desiderio, quello di riuscire ad essere infine felici.

Il videoclip che accompagna l’uscita del brano “Dall’altra parte del mare” è stato girato sul litorale romano, precisamente a Capocotta, con la regia e la coreografia di Giulia Hrvatin e la partecipazione di Cecilia Casini. Si tratta infatti di una performance corporea, che coinvolge l’artista in un metaforico passo a due con la vita e le parti di sé da lasciar andare.

Rimasta come una bozza incompleta per cinque anni, mantiene la sonorità fresca, pop-rock e vagamente nostalgica anni 90 di Un’Altra Favola, ma come in quest’ultima è il testo ad avere la centralità, dall’approccio ritmico quasi rap delle strofe all’apertura melodica del ritornello, che nelle sue ripetizioni viene via via sommerso dal mare di chitarre acustiche, bouzouki e cori.

Adriano Meliffi, in arte AdriaCo, nasce a Roma nel 1990. La musica classica è stata una fonte di ispirazione, le sue canzoni infatti si allontanano spesso dalla forma convenzionale e dalle armonie più comuni nel pop. Nel corso degli anni ascolta artisti molto diversi tra loro, dal mondo alternative al mainstream e spaziando dal rock, al pop, al cantautorato italiano e internazionale, fino al progressive, al soul, all’elettronica e alla world music. Da questo background eterogeneo deriva uno stile eclettico e difficilmente classificabile.

A 19 anni inizia a studiare canto moderno e fonda la band Chimestorm. A 24 anni, dopo una laurea in Scienze Naturali, intraprende il corso di diploma in canto al Saint Louis College of Music, approdando infine all’insegnamento in diverse scuole di musica romane.

Negli anni di formazione, entra in diversi progetti tra cui i cori Le Mani Avanti e Flowing Chords e la rock band VEMM. Prende parte inoltre come corista a diverse produzioni, collaborando tra gli altri con Diodato, Roy Paci, Arisa, Beppe Vessicchio, Tullio De Piscopo, Shorty, Ainé, Noemi, Serena Brancale e Achille Lauro.

Dopo essere stato selezionato due volte per aprire il raduno-concerto della cantante Elisa al Viper di Firenze, avvia il progetto solista, inizialmente chiamato ACo, cominciando a pubblicare online alcune demo e sperimentazioni, registrando voci e tastiere, campionando suoni e avvalendosi di volta in volta di collaboratori per completare gli arrangiamenti. Nel 2016 rilascia su YouTube la playlist ACo(ustic), registrata live presso il Village Recording Studio, che raccoglie l’esperienza di quegli anni in formazione acustica nei club di Roma e anticipa alcuni dei brani successivamente ripresentati in versione elettrica.

Nel 2017, dopo l’anteprima live all’Auditorium Parco della Musica, esce il primo EP, chiamato (N), sempre registrato al Village Recording Studio, contenente sei brani originali, arrangiati con una nuova band e cantati insieme ad amici cantanti. Sono stati realizzati videoclip per i due singoli “Pure Feelings” e “Tempelhof”.

Dal 2020, inizia a lavorare sul suo primo vero e proprio album, “Collezione di arretrati”, un lavoro fortemente autobiografico, che racconta l’evoluzione e la crescita avvenuta negli ultimi 10 anni, affrontando il tema dell’ansia e delle sfide che un giovane adulto affronta nel trovare il proprio posto nel mondo, tra università e progetti di vita, fino ai recenti cambiamenti, l’uscita dal nucleo familiare, il trasferimento a Garbatella e le difficoltà del progetto ACo. I numerosi stop legati alla pandemia e al rinnovo totale della formazione, offrono l’occasione per un “restyling” del progetto, che cambia nome in AdriaCo.

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