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Dopo un’anteprima in esclusiva su SkyTg24, esce su YouTube il videoclip ufficiale di “Marta D”, il primo singolo del progetto artistico anonimo e queer Evelina.

Il video è diretto da Nino Sabella, filmmaker e autore di video, cortometraggi, documentari che, per il suo corto Maradona Baby, nel 2009 a New York, ha ricevuto dal celebre regista statunitense Spike Lee il premio come uno dei vincitori del Babelgum Film Festival. La fotografia è firmata da Michele Venezia. Nel cast Adele Bernocchi, AKA Queen Maya, la Regina del Wrestling Italiano, 7 volte vincitrice del Campionato femminile di Wrestling; Irene Bigoni, AKA Irene La Vedova Nera, 2 volte vincitrice del Campionato Italiano femminile di Wrestling.

Le due campionesse si affrontano in una lotta feroce, necessaria e non più rimandabile. Ma chi assedia chi? Da che parte arriva il nemico e chi è? Sono schiaffi per reagire alla paura e per non essere sconfitte per sempre dall’ansia e dalla dipendenza o sono solo carezze disperate, le ultime che ci restano per provare a uscire da questo ring-fortezza, dove nessuno vuole più vedere, capire, sentire?

«Questo video non è una mera rappresentazione di Marta D, – spiega Evelina – ma è una sua interpretazione, una lettura critica, una sua trasfigurazione espressiva e una sua continuazione in un altro linguaggio. Scriveva Roland Barthes che “nel wrestling non c’è un problema di verità come non c’è nel teatro” e secondo me lo stesso vale per la musica e per il cinema e per la loro complessa relazione. L’interiorità lacerata di Marta D, le immagini stesse che evoca, nel video si svuotano, i suoi contenuti si tramutano in forme che creano uno spettacolo del dolore, tanto simbolico quanto potente, eccessivo e disturbante. Una sofferenza che non vuole compiacere, che viene mostrata senza paura né pudore e che non viene mai omessa, edulcorata o rimossa. Arrendersi o provarci ancora, anche solo per pochi attimi, per un altro round? Da questo ring si entra una sola volta e si esce una sola volta”. 

Evelina è una nomade delle arti e dei paesaggi e narratrice e tessitrice di quel che resta. È una creatura fragile, oscilla tra il trauma e la gentilezza. Danza liberata e leggera, finché potrà, tra gli specchi di questa fraintesa realtà, sul piano inclinato di questa slavina.

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