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Gli scarabocchi, quei tratti casuali che spesso abbelliscono o deturpano fogli di carta, hanno ispirato il titolo e il tema del secondo album dei Mauna Loa, intitolato appunto “Scarabocchi”. Questo disco segue il successo del singolo omonimo, originato dalla fantasia della figlia di Luana Zappalà, cantante della band, la quale interpretò se stessa come la “gomma” in grado di cancellare i tratti indesiderati dal suo foglio. Attraverso un lungo processo di elaborazione, il gruppo musicale ha trasformato questa semplice idea in un brano ricco di significato, esplorando il desiderio universale di cancellare gli errori del passato e iniziare da capo.

Il lavoro dei Mauna Loa inizia nel 2017 con l’intento di creare e promuovere musica italiana dal forte impatto rock. Nonostante le sfide poste dal lockdown del 2021, il gruppo ha continuato la sua produzione, pubblicando il secondo album che segue il loro omonimo debutto. La band è composta da talentuosi musicisti come Simone Molena alla batteria, Andrea Sarti al basso, Giorgio Bisson e Davide Nomicisio alle chitarre, con Luana Zappalà come voce principale e Erika Tanfoglio come corista.

“Scarabocchi” presenta una serie di nove tracce che esplorano una vasta gamma di emozioni e tematiche sociali. La prima canzone, “Piega l’Anima”, scritta durante il lockdown, descrive le paura di smarrirsi a causa dell’assenza di certezze attraverso una potente espressione musicale. Segue “L’Attesa”, un brano che riflette sulle abitudini dei giovani moderni, spesso immersi nel mondo dei social media senza apprezzare le gioie della vita reale. “Capita” è un brano che nella prima parte è più lento, riflessivo ed introspettivo per poi esplodere con una sgasata rock come ci si libera da tutto ciò che fa male.

“Risiko” si rivolge ai soldati impegnati nelle guerre moderne, mentre “Il Giorno Speciale” celebra l’amore finalmente trovato. “Il Re” affronta le disuguaglianze sociali e la fame, mentre “Niente di Fragile” esplora il concetto di bagaglio emotivo che ognuno di noi porta con sé nel proprio viaggio. Infine, “Io non l’ho detto mai” è un tributo alla necessità di prendersi il proprio tempo e spazio, come dimostrato nella dedica a Luana da parte degli altri componenti.

Con questo album, i Mauna Loa offrono un viaggio musicale coinvolgente che spazia dalle profondità dell’anima umana alle questioni sociali più urgenti, il tutto avvolto in un vibrante manto di rock italiano.

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