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I fratelli Niglio emergono in “Penombra“, disco d’esordio che celebra i fasti della musica elettronica anni 90/00, dalla 2-step alla drum&bass, integrando e rivisitando elementi della tradizione lucana.

Già a partire da “Bersagli”, brano di apertura della tracklist, i Niglio mettono in chiaro i loro intenti, ovvero dire le cose come stanno: “Non mi fido di chi predica bene / Se lo facessi, non lo diresti”. “Penombra” è un ascolto compatto, 30 minuti di musica elettronica ad ampio raggio che raggiunge la maturità assieme ai due fratelli, giunti alla pubblicazione di un disco che unisce il loro passato all’imminente futuro. 
Nell’album compaiono brani risalenti a progetti passati, filtrati dalla nuova identità tutta familiare dei Niglio. Accanto a questi, trovano spazio altri pezzi originali influenzati nelle strumentali dalle icone più disparate dell’elettronica internazionale, da Bon Iver a Burial, da Thom Yorke ai Moderat. Per quanto concerne la parte testuale invece i riferimenti sono arroganti e diretti, in linea con il tono provocatorio dei Niglio.
Elemento centrale nella narrazione di “Penombra” è il cucù, fischietto in terracotta della tradizione lucana che i due fratelli conoscono bene grazie all’attività di famiglia. Il cucù compare come strumento suonato in “75100” e “Penombra”, diventando filo conduttore nella forma e nel contenuto del disco. A sostegno dell’uscita del disco i Niglio hanno inoltre deciso di fabbricare una tiratura limitata di cucù fatti a mano come merchandising esclusivo. 
L’idea di comporre un disco sorge nella mente degli artisti durante la pandemia, periodo in cui, persi tra le session infinite della quarantena, il duo si è spesso trovato a suonare all’imbrunire, gettando le basi per un ascolto in “Penombra”. Ombroso nei testi e nelle sonorità, il titolo è stato scelto in modo situazionista: il brano di chiusura, il più identitario per i fratelli, è quello che al termine della lavorazione ha dato nome al disco intero.

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