Walter Di Bello torna con il suo secondo album in studio “NO genre”
In uscita per La Rue Music Records, e anticipato dall’uscita dei singoli “Your rays”, “My age” e “Fantasy”, esce “NO genre”, secondo album in studio di Walter Di Bello.
Di origini inglesi, ma radicato nel sud Italia del Cilento, Walter Di Bello, con questo suo nuovo lavoro, già dal titolocontinua a comunicare la sua voglia di non restare chiuso all’interno di un genere, ma di voler spaziare, pur mantenendo una sua precisa identità, garantita dal suo songwriting e, in particolare, dal suo timbro vocale, personale.
«Mi sento molto ispiratoda artisti come Ben Harper, artisti dalle sonorità variegate ma con una coerenza di stile. Così come il mio primo album, “The right thing to do”, anche questo mio nuovo lavoro vuole mettere in risalto il fatto di non sentirmi vincolato ad un genere specifico. Proprio da questo prende il nome “NO genre”, titolo che tende a risaltare, anche a livello idealistico, il bisogno di libertà artistica e della necessità di espressione non vincolata da “standard” musicali e da necessità di mercato».
Ispirato tanto dall’indie folk statunitense quanto dal brit pop, Walter Di Bello firma un album dalle sonorità chill e dilatate, malinconiche, tipiche dei suoi brani, dove le chitarre acustiche riescono a convivere con l’elettronica e gli strumenti classici del rock, a creare tappeti sonori dove è la vocalità di Walter a farla da padrone, grazie al suo personale timbro e alla sua padronanza delle proprie corde vocali.
I testi sono una parte fondamentale dei brani: raccontano l’esperienza dell’amore, del viaggio, del sognoe della vera e propria concezione della vita stessa, con una forte associazione “immaginativa” tra gli elementi della natura e le emozioni, condizionata anche dalla forte presenza energetica derivata dal luogo delle composizioni, il Cilento, una terra dove il tempo a volte sembra quasi fermo e la natura, appunto, predomina sull’industrializzazione e cattura e rapisce l’attenzione, influenzando la composizione e la scrittura delle canzoni.
Registrato fra l’home recording di Walter Di Bello e a cavallo fra gli studi della Some Music Records e quelli dell’Hexagonlab, “NO genre” si avvale della collaborazione di vari artisti, amici e compagni di viaggio dell’autore.
«Voglio ringraziare prima di tutto Christian Botti della Some Music Records e Edoardo di Vietri dell’Hexagonlab i quali, oltre ad essersi occupati delle registrazioni dei brani e ad aver suonato tastiere e chitarre, hanno avuto anche un certo peso sugli arrangiamenti dell’album. Ringrazio, poi, gli amici Pietro Lorenzotti, Giovanni Rizzo, Joseph Bruno e Edoardo Napolitano, i quali hanno prestato le loro competenze e la loro sensibilità artistica ai miei brani».
Così come suggerisce il titolo, “Fantasy” parla del “sale” che insaporisce la vita di un artista, la sostanza dei sogni, la forza motrice della creazione. Recita, attraverso metafore, come nasce la creazione di un’opera artistica, che è un insieme di “ideologie”, “ricordi”, “sensazioni” e “immagini”. Il sound allegro rimanda alla spensieratezza, come quella dei bambini, che sono essi stessi i più capaci di attingere dalla forza della fantasia, la capacità di immaginare e creare gioco, pensieri felici e musica.
“Mistery” racconta della capacità di guardare oltre le cose della vita che possono sembrarci normali e ordinarie, la scelta di vedere un piccolo “miracolo” in ogni aspetto della vita. Il sound caldo e coinvolgente invita, anche attraverso le parole, “Let me bring you into mystery, let me show you what I see”, l’ascoltatore a fidarsi e partire per questo viaggio mentale, per imparare a guardare il mondo con altri occhi: “Give me your heart, leave me your heart”. Un percorso di fiducia e libertà, con un piccolo richiamo alla frase di Bon Dylan “The answer is in the wind”: a volte basta ascoltare il vento.
“Grey heart” è una brano nudo e crudo, registrato in una “one take live session” in studio. Ho scelto di non elaborare il brano con un arrangiamento più complesso perché esprimeva la sua vera essenza nella forma di chitarra e voce. Il brano è un vero e proprio monologo interiore: descrive la lotta tra il buio e la luce, la disperata ricerca di una serenità apparentemente sparita, ma finalmente ritrovata. “Un cuore grigio”, un “sole grigio”, la scomparsa del colore che indica la vitalità, la gioia; e un viaggio nelle profondità dell’anima per ritrovare la stabilità, la sensazione di pace. Il ritornello recita “This time is insane”: il tempo è visto come elemento di confusione, che costringe ad un ritmo innaturale, che a volte sembra quasi prendersi gioco di noi.
“Love” è un brano contraddittorio, sia a livello lirico che a livello musicale. È il brano con sonorità più rock dell’album, un po’ come “Son of love”, la traccia n.10 del mio primo album, “The right thing to do”. Fa uscire la parte più spigolosa dell’animo dell’artista, il distacco da alcuni concetti che a volte, anche se buoni, possono indebolire la persona e portarla ad essere troppo vulnerabile e “poco pensante”. Frase emblematica è “Love is not the answer”, una provocazione contro i luoghi comuni, una sorta di bugia “bianca” per costringere l’individuo a mettere in dubbio tutto e rielaborare una propria visione libera da idee stagnanti.
“How it has to be”. Il brano parla di accettazione di se stessi e del mondo in cui si vive; parla di una dimensione che non cambia, di errori che vengono commessi con continuità senza una vera e propria presa di coscienza da parte dell’individuo. Tutto questo contornato da un rassegnazione “felice”, vuole regalare all’ascoltatore la possibilità di vivere tranquillamente l’idea che le cose possano effettivamente non cambiare mai. “We all have the same stupid dream, to be someone or something, to be just happy”. Abbiamo tutti un unico sogno, in fondo: quello di realizzarci ed essere felici. Ma, senza quel sogno, cosa saremmo?
“Aaran” è un brano nato in Irlanda, proprio durante un viaggio su quelle isole, dei luoghi mistici e affascinanti che mi hanno regalato delle sensazioni di pura libertà. Il brano descrive uno dei punti più alti di esse, uno strapiombo sull’oceano capace di mozzare il fiato e sollevare l’anima. La lirica descrive la congiunzione tra la natura e l’uomo, un miscuglio tra la bellezza che rapisce e incanta e la paura della grandezza, quella grandezza che può farti sentire così piccolo da farti scomparire. L’arrangiamento piano e voce riesce a esprimere al meglio l’intensità del momento e il potere spirituale del luogo stesso.
“Your rays” è un brano scritto e composto successivamente rispetto agli altri, ha infatti un idea di arrangiamento leggermente differente. Inizialmente non doveva far parte dell’album, ma alla fine ne è diventato un dei singoli di punta. Il pezzo descrive una notte d’amore fisico, una notte dove la passione e la sensualità fermano il tempo fino a farlo sembrare infinito. Nella sua lirica ci sono molte analogie tra l’uomo e la natura: già il titolo, di per sé, “I tuoi raggi”, descrive il calore e la luce della persona amata.“I will spent the night in this icy desert”: un deserto ghiacciato, una fonte a cui abbeverarsi, un mondo immaginario, un sogno ad occhi aperti.
“My age” è forse il brano più importante dell’album, e per questo è stato scelto come brano che chiude il disco. Nasce da una collaborazione bellissima con un artista di Napoli, A Smile from Godzilla, un cantautore conosciuto ad una delle ultime edizioni del Meeting del Mare. Sia la parte della lirica che quella musicale è stata creata da entrambi, tutto a distanza, servendoci solo della comunicazione digitale. “My age” è una classica folk ballad: chitarre acustiche e voci che si intrecciano, parla del tempo che passa ma che non sembra cambiare la percezione della vita. “Is this my age? I feel I haven’t change!”: si cresce ma dentro si rimane sempre dei bambini, e tutto intorno cambia, le abitudini si modificano e il bagaglio dei ricordi si fa sempre più pesante. “Myage” è nostalgia, è un brindisi ai tempi andati!
Compositore e interprete italo-inglese, diviso fra i suddi Inghilterra e Italia, Walter Di Bello inizia la sua carriera nel 2013, con la collaborazione con l’autore Dr. Brian G Snow, per cui lavora ad alcuni brani legati al libro di poesie “Santa Claus and Little Sister”, insieme ad altri artisti indipendenti.
Fra il 2016 e il 2017 rilascia i suoi primi due singoli, “Sunday” e “The right thing to do”, che andranno a far parte del suo primo album.
Nel 2018 fonda, insieme al cantante e chitarrista Edoardo Napolitanoe al percussionista e hang drummer Aurelio “Shuri” Martuscelli, il progetto Vibrazione Positiva, con cui rilascia un EP ominimo e con i quali calca i palchi di festival quali Meeting del Mare e Giovivendo.
Sempre nel 2018, insieme al collega Christian Botti, dà vita all’etichetta Some Music Records.
Rilascia, così, 4 nuovi singoli che fanno da apripista all’album “New direction”.
Il 2019 lo vede impegnato nella realizzazione dell’EP “Acoustic soul” dove, a versioni acustiche di brani già pubblicati in precedenza, affianca 2 inediti scritti per l’occasione.
Con all’attivo un album ancora in procinto di essere pubblicato, nel 2021 rilascia la special track “Your rays”, come a sancire uno stacco fra l’inizio del suo percorso e quello che verrà successivamente.
I suoi testi sono pregni di una spiritualità legata all’individuo che si trasforma, in musica, in sognanti melodie folk fra l’acustico e l’elettronico, fra ritmi in levare e melodie catchy, che si impregnano nella mente sin dal primo ascolto.
Walter Di Bello è pronto a lanciare, per La Rue Music Records, il suo nuovo album in studio, “NO genre”.