Con “Femmina, secondo disco Gera Bertolone, disponibile da oggi, la cantautrice e compositrice siciliana, di base a Parigi, “scava nelle viscere di una terra lontana, arida e rude”: 11 potenti canzoni introspettive, nate da speranze e desideri in cui Gera, privilegiando la narrazione in prima persona, affronta dei temi universali come l’emigrazione e la ricerca della libertà, offrendo un ritratto caleidoscopico della donna in cerca di emancipazione.

Anticipato dal singolo e videoclip di “Abballati”, con l’album “Femmina” Gera va alla ricerca di identità, attinge nelle reminiscenze dell’infanzia, nei paesaggi montagnosi nel cuore della Sicilia dove è nata e cresciuta e, soprattutto, nel più profondo, verso la sorgente, la sua lingua madre: “Come un filo conduttore, ogni canzone è come un ritratto di una donna. Ognuna di loro cerca di emanciparsi da una situazione, da un’usanza, per diventare pienamente se stessa. L’amore e il desiderio sono le principali forze della vita. Parlo dell’incredibile volontà delle donne, della loro energia nell’abbattere le barriere sempiterne e di tutte le libertà, quelle da difendere e quelle da conquistare.”  Con la complicità del suo trio composto da chitarra, violoncello amplificato e batteria, Gera svela un nuovo universo fatto di sonorità elettriche in cui echeggiano le energie telluriche della sua isola natale e la delicatezza di melodie senza tempo.

Alla ricerca di un suono organico, grazie anche ad un quartetto d’archi e un coro di giovani donne, pieno di energia vitale, Gera Bertolone ha registrato ogni brano utilizzando tecniche vintage e in condizioni live allo Studio di Meudon: “Femmina” “significa esattamente il sentimento di essere donna nel senso completo, di essere se stessa senza stereotipi, nella propria autenticità”. è un concentrato di emozioni forti, a tratti crepuscolari, dove convivono ritmi inebrianti, l’energia delle danze ipnotiche e la tenerezza di ninna nanne eterne.

Spirito sfrontato e animo libero, Gera Bertolone si distingue dai nostri tempi e ci offre un’opera ferocemente indipendente e accattivante: “Sono una donna siciliana, non appartengo a nessuna cappella…” dal testo di “Abballati“, in cui l’ascoltatore è catapultato in un ritmo irrefrenabile e in loop ipnotici per un inno liberatorio che esorta tutte le donne all’emancipazione.

Amuri ca di notti” è un canto notturno di desideri di una donna infelicemente sposata che implora il suo amante immaginario di smettere di perseguitarla: “In questo brano, ho cercato di far confrontare gli opposti: la chitarra elettrica, per esempio, dialoga e si oppone al limite delle dissonanze al magnifico arrangiamento per quartetto d’archi di Diana Buscemi”

Figghia mia” è una ninna nanna, un canto di sollievo, un loop ricorrente di chitarra con un contrappunto di violoncello e percussioni, come un cuore che batte. E si conclude con un coro di giovani donne nello spirito di Arvo Pärt.

Sta terra nun fa pi mia” è la riscoperta di una canzone sull’emigrazione degli anni Venti di Rosina Gioiosa Trubia. traduce i sentimenti complessi di isolamento, di sradicamento vissuti da molte persone quando si trovano in situazione di precarietà su un territorio nuovo e nonostante i molti sforzi di adattamento.

Canzuna” è un brano molto personale. Le parole sono nate di notte, in solitaria sulle rive di un lago. È una ballata acustica suonata da una chitarra classica, avvolta da un quartetto d’archi.

U Muccaturi“, canzone dai colori pop/folk con qualche sonorità d’Africa e alcune note del clarinetto suonato da Gera: “per me è l’idea di una partenza immaginaria verso il Sud.”

La notti libertà” è sicuramente il brano che più simboleggia questo album: “Oggi la vita mi spinge a rialzarmi da una lunga notte di inerzia per liberare il mio destino.” Questo titolo catartico parla del momento in cui, dopo una rottura, ci si può finalmente liberare e ritrovarsi

Vinni a cantari” è costantemente sulla breccia delle dissonanze armoniche e con sonorità rock. “Sono tornata qui per cantare e ricordarti del nostro patto d’amore, anche se significa aspettarti, anche se significa uccidermi.”

Ti vurria vasari” canta la distanza dall’altro, in un percorso immaginario attraverso aria e acqua.

Binidissi lu jornu” è un’antica ninna nanna sulla felicità della maternità. In trio, voce, chitarra Fender e violoncello. È un brano carico di emozioni intime, che si può cantare o sussurrare.

La tarantula” è un cenno alla tradizione siciliana della tarantella, una danza liberatoria.

In questo album Gera Bertolone è stata accompagnata da Guillaume Arbonville, Mauro Basilio, Roberto Stimoli. Gli arrangiamenti per il quartetto d’archi, composto da Sandra Langlois e Mathilde Lanfranchi, Evan Mut e Jean-Christophe Masson in “Amuri ca di notti” & “Canzuna” sono a cura di Diana Buscemi. Cori in “Figghia mia”: Mina Aghakhani, Juliette Diniz Silva, Angelina Ferrari, Lily Michel. La produzione artistica del disco è a cura di Gera Bertolone & Jean-Philippe Perrot. Prodotto e mixato da Sami Bouvet presso lo “Studio de Meudon”, masterizzato da Alexis Bardinet al Globe Audio Mastering di Bordeaux.

Nata tra le montagne nel cuore della Sicilia, Gera Bertolone è un’artista completa: cantante, compositrice, arrangiatrice e produttrice. È anche una clarinettista virtuosa. Vive a Parigi dal 2009. È cresciuta come una bambina anticonformista – principalmente resistente all’autorità e alle regole stabilite – che frequentava appassionatamente la natura selvaggia e la solitudine. All’età di 7 anni ha deciso da sola di imparare a suonare il clarinetto. Da adolescente, ha suonato in diversi gruppi. Ha sviluppato rapidamente una musicalità molto personale. «La Sicilienne», il suo primo album come cantante è uscito nel 2015. Gli arrangiamenti moderni e la qualità delle sue interpretazioni personali hanno fatto il suo marchio di fabbrica.

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