Percussionista, vocalist, polistrumentista, musicoterapeuta, didatta e compositore, dopo la pubblicazione dell’album “L’ultimo sogno blu”, torna sulla scena Umberto Vitiello con un nuovo singolo, in uscita per Aventino Music: “Linea di confine”.

Per parlare del suo ultimo lavoro, bisognerebbe prima fare un po’ di “riassunto delle puntate precedenti”, considerando l’infinità di progetti a cui il prolifico ed eclettico musicista ha avuto l’onore di partecipare, dalla fondazione di una miriade di progetti musicali fino al suo impegno nel sociale come musicoterapeuta e didatta e, nel 2005, è a Nairobi, per coadiuvare il percussionista Giovanni Lo Cascio in un laboratorio musicale-pilota con i bambini chokora, abitanti di una delle bidonvilles della città per il progetto “Juakali drummers”, all’interno di “Child in need”, diretto dall’AMREF.

Riuscendo a trovare il tempo anche per comporre, Umberto Vitiello torna con un brano in cui fa emergere tutte le sue esperienze in giro per il globo e la sua passione per i sud del mondo, dal Brasile all’Africa, miscelandole al jazz e al cantautorato, in un ibrido dove è la matrice world a farla da padrone.

«Con Aventino Music stavamo lavorando al missaggio di un album che uscirà a gennaio 2021 quando, in modalità del tutto “estemporanea”, forse frutto di un momento particolarmente complicato, è saltato improvvisamente fuori questo brano: lo vedo quasi come un punto da cui osservo ciò che accade… lungo una linea di confine. “Linea di confine” è saltata fuori così, tra le mura della mia stanza e il verde intorno a casa. L’amico Giancarlo Capo, poi, con cui ho condiviso un precedente lavoro discografico, mi ha dato un prezioso supporto musicale e di editing».

“Linea di confine” anticipa l’uscita del prossimo album del musicista, “Temporada”, prevista per inizio 2021.

«Questo singolo ha poco a che fare con l’album in uscita. E, infatti, non ne farà parte. Mi riferisco al linguaggio, al mood. Ma, stranamente, riesce in qualche modo a descriverlo, a raccontarlo, anticipandolo. E le cose strane, spesso, sono le più interessanti».

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