Esce venerdì 19 marzo 2021 “Alda Merinos”, primo album della Croce Atroce, anima del Toilet di Milano e drag fuori dagli schemi. Un disco decisamente atipico che si impone di non rispettare nessun dettame o logica di mercato: un album lunghissimo, più di venti tracce, nessun singolo ad anticipare il progetto, senza regole; prendere o lasciare. “Alda Merinos” è un album che ci introduce quindi in un nuovo straniante mondo, incredibilmente sfacciato, un “audiolibro di filastrocche elettroniche”, un frizzante sottosopra la cui mission principale è quella di restituire una rappresentazione sincera e onesta di tutte le sfumature della bandiera rainbow.
“Alda Merinos” è anche un omaggio alla poetessa Alda Merini dove le parole, da ascoltare, interpretare e discutere, sono fondamentali quanto le note. Scopo del gioco è quello di dire cose che non trovano spazio negli spartiti della musica contemporanea del nostro paese.

L’urgenza di fare musica nasce innanzitutto dal voler fare qualcosa di nuovo rispetto al solito, dalla voglia di comunicare pensieri e riflessioni attorno alla comunità arcobaleno, ma soprattutto dalla necessità di suonare qualcosa concepito ex novo, dopo anni e anni di una gestione musicale su opere scritte e suonate da altri.

Enrico Bernes: DJ professionista da trent’anni, cavalca le consolle dei grandi locali di massa nei 90s, per poi abbandonarle a favore dei club underground di Milano, con l’arrivo dei 2000. Modellando il suo gusto dalla musica dance commerciale all’elettronica alternativa, trova il suo giusto mezzo con l’arrivo del Toilet Club. Da questo momento in poi, i suoi set sono modulati dal riscontro della pista e dal suo carattere imprevedibile capace di sorprenderla. In “Alda Merinos” si è occupato degli arrangiamenti.
Simone Facchinetti: Da lunedì a venerdì è un grafico e si occupa di comunicazione ed editoria. Col suo amico e collega Andrea, fonda uno studio di graphic design a Bergamo più di quindici anni fa, tutt’oggi operativo. Nel weekend si occupa del Toilet e diventa la Croce, quella drag fuori dagli schemi non tanto per volontà, quando per il fatto che non è capace, per questione di abilità tecnica, di assecondarli. In “Alda Merinos” si è occupato della scrittura dei testi.
Stefano Selmo: Nella vita vende pop corn in un cinema ed è DJ professionista: due lavori entrambi minati dal Covid. Deus ex machina del rinnovamento del Toilet Club, inizia a lavorare dietro la consolle grazie all’amicizia con Erik Deep. Il suo genere è sempre stato il PuttanPop, raffinato però dalle proposte alternative e Indie che hanno popolato fortunatamente il genere nel corso del tempo. In “Alda Merinos” si è occupato della scrittura della musica.

Il disco “Alda Merinos” nasce a gennaio 2021. Pensato subito dopo Capodanno una sera davanti a un vino, scritto e suonato nel giro di due settimane, trova l’epilogo del suo concepimento a metà febbraio, dopo qualche giorno di pausa di riflessione. Grazie alla parlantina della Croce, all’abilità tecnica de LoZelmo e alla cultura musicale di Erik Deep e dello stesso Zelmo, sono state create di getto 23 tracce che, senza un attimo di respiro, sono state elaborate, ordinate e ottimizzate in funzione di uno storytelling sensato e rivolto alla LGBTQ+ community e alleat*.
La realizzazione è partita dalla scrittura delle parole e delle musiche, in parallelo, senza associazione tra le due. Si è passati poi all’attribuzione di mood pezzo per pezzo, alla registrazione demo delle parole a ritmo, e all’abbinamento e ottimizzazioni delle basi alle parole “cantate”. La fase successiva è stata quella della revisione della struttura dei pezzi, della riregistrazione delle parole, seguita dall’equalizzazione, dall’inserimento di alcuni dettagli sonori, dal mixing e dal mastering. Rappresentante eletta di “Alda Merinos” è la Croce Atroce, drag del Toilet e co-autrice del disco. In realtà questa per noi è solo una formalità, l’album appartiene a tutt*.
Perché il titolo “Alda Merinos”? Per dare tributo ad una grande poetessa, perché la forma dei testi prima della loro messa in musica era quella della poesia, perché nel mondo drag che vogliamo un po’ rappresentare, è consuetudine denominare personaggi usando nomi propri di gente celebre, storpiandoli, non per prenderli in giro bensì per perculare noi stess.

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