Si intitola “AMERICA” il primo progetto discografico di JeBel, in uscita per Pioggia Rossa Dischi. L’artista siciliano, che ha recentemente conquistato la copertina di anima R&B di Spotify, mette a punto un EP di 7 tracce, vivo e ricercato, alternative R&B ma pieno di dettagli soul, hip hop, dance e rock. Il sogno americano di JeBel si riferisce alla nostra speranza di poter trovare una qualsiasi forma di  realizzazione attraverso l’impegno e il coraggio, che si tratti di una posizione nel mercato musicale, un posto nel mondo o una relazione da chiamare “casa”. Un obiettivo al quale tutti tendiamo e che abbiamo acquisito dalla nascita, un’aspirazione che non può far altro che scontrarsi con l’assenza di riferimenti e la fragilità delle nostre emozioni.
Quante volte ci siamo sentiti smarriti, soli e confusi? Quante volte non abbiamo accettato l’amore degli altri perché non eravamo in grado di ricambiarlo? Quante volte abbiamo rimandato una scelta perché il disagio era la nostra comfortzone? AMERICA è tutto quello che avremmo voluto essere e non siamo stati, ma è anche il desiderio a cui tendiamo quando siamo immersi nella nebbia e in fondo crediamo ancora ci sia qualcosa di più bello e di più grande che ci aspetta. 
 “Il titolo sintetizza i topic portanti dei brani raccolti: sogno, ambizione, partenza, addii e distanze. Il “sogno americano” simboleggia nell’immaginario collettivo quel obiettivo talmente lontano da sembrare quasi irraggiungibile, ma che racchiude il successo. In questo modo, all’interno dell’EP, “America” diventa identificativo di quello scopo che l’artista vuole .
Un EP metropolitano, colto e contemporaneo, curato nei suoni quanto nella B trascinanti e non convenzionali.
“AMERICA” è stato anticipato dai singoli “Vienna”, “Come fai”, “Goodbye”, “Un’altra festa” e “Ma non adesso”, entrato subito nelle playlist New Music Friday, anima R&B e Caleido.

Ho scritto “Come fai” pensando a una storia finita, ma quello che è uscito fuori è un manifesto esistenziale mascherato da canzone d’amore. Vi è mai capitato di chiedervi cosa spinga qualcuno ad amarvi nonostante abbiate l’impressione di non riuscire a ricambiarlo? Questo pezzo per me rappresenta la sintesi delle infinite domande che mi sono posto nel corso degli anni.
Vienna” è uno di quei pezzi che scrivi quando sei consapevole di star cantando sotto una doccia di malessere, ma non sai bene a che punto sei: se ne stai uscendo o se ci sei appena entrato. Allora ti aggrappi ai ricordi e spesso non puoi fare a meno di combinare un di tristezza in sottofondo.

Nebbia” racconta di una resa. Trovarsi all’interno di una nebbia fitta può farci sentire persi, soli e confusi, e quando ci arrendiamo rischiamo di paralizzarci, perdiamo il senso dell’orientamento e non vediamo più la via d’uscita. Questo brano è dedicato a chi ha perso la voglia o la forza di guardarsi attorno, o spesso indietro, per ritrovare il coraggio di ricominciare a camminare, così da uscire dalla densa e fitta foschia e pian piano rivedere di nuovo una strada da percorrere.

Goodbye” è un brano dalla matrice malinconica, mascherata dal sound, dal groove e dal flow. In questo pezzo ho riversato gran parte di quelle sensazioni che mi accompagnano fin dalla prima , la voglia di scappare, la paura di non essere abbastanza, né per me né per le persone che mi amano e a cui tengo. Tutto questo contrastato solo dalla speranza di un futuro migliore, nel quale trovare “la casa che mi spetta” e la forza di ritornare da dov’ero partito e dire “ce l’ho fatta”.

In “Un’altra festa” non si parla d’amore; si parla di rammarico, di frustrazione e di incapacità di lasciarsi andare a vicenda. Il pezzo racconta di una relazione agli sgoccioli. Ciò che resta è solo il sentimento, sepolto sotto una montagna di inadeguatezze, incompatibilità, disagi e malesseri. Parla di chi ha tentato di abbandonarsi all’amore, raccontandosi di avercela fatta, ma non è riuscito a fare i conti con il fatto che amare, a volte, può significare dover accettare la libertà, la lontananza e l’addio.

Ma non adesso” non è un brano di cui vado fiero. O meglio, non vado fiero del vissuto che mi ha portato a scriverlo: è la rappresentazione didascalica del concetto di “prendere la scelta più facile”. “Adesso” è la risposta che non sono riuscito a darmi quando ho avuto l’occasione di cambiare e crescere. Forse è anche l’averlo scritto che mi ha permesso finalmente di farlo. Non vado fiero di questo, ma spero di riuscire ad esserlo per quello che ne ho fatto.

Cosa sei” parla di una storia passionale e travolgente. Una di quelle attrazioni magnetiche che a volte diventano quasi dannose, che bruciano talmente forte da ustionarci. Una tensione a pelle che scoppia in un attimo, senza dare a chi ne è preda il tempo di capire cosa stia accadendo. Ecco che da qui nasce la domanda: cosa sei? Spesso, quando veniamo travolti da sensazioni così forti, fatichiamo a comprenderne la natura e l’entità, perché vorremmo solo abbandonarci alla passione e dimenticarci del resto; e a volte questo ci basta

JeBel, classe ’97. Nato a Catania, vive gli anni universitari tra Roma e Milano: questo gli permette di crescere e approfondire il suo bagaglio artistico attraverso gli incontri nell’underground musicale delle metropoli. Scrive e canta da sempre. Mescola le sonorità pop e urban in liriche autobiografiche, avvicinandosi al mondo R&B.

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