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“Bobby Is Dead” è il secondo album dei God Of The Basement

Bobby Is Dead” è un viaggio, una strana sorta di odissea blasfema. “Bobby Is Dead” è il secondo album heavy pop della band fiorentina God Of The Basement, in uscita in CD e su tutte le piattaforme digitali il 25 giugno 2021 per l’etichetta indipendente Stock-a Production, gestita da un collettivo internazionale che si muove tra Europa e Sud America.

God Of The Basement, ragione sociale spesso abbreviata nell’acronimo GOTB, è un progetto nato in uno scantinato dell’East End londinese dalle menti di Tommaso Tiranno ed Enrico Giannini, successivamente formatosi nelle periferie toscane grazie all’arrivo di Rebecca Lena e Alessio Giusti.

Quella dei God Of The Basement è un’esplosione di suono e immagine, divenuta via via più compatta e consapevole, tra groove serrati e sample old school, melodie catchy e sinuosità soul, affondi heavy e deviazioni hip hop. Il tutto fuso assieme a un’estetica che mette in contrasto visioni surreali e cultura pop, calandosi in atmosfere urbane tanto attuali quanto retro-futuristiche.

Dopo il primo estratto “Six Six Cigarettes”, è disponibile dal 28 maggio 2021 il nuovo singolo “Never Made It To Hollywood“, una marcia tribale per accompagnare il non-raggiungimento del red carpet. I God Of The Basement pensano di non riuscire mai a raggiungere la vetta? Non esattamente. Nell’accezione collettiva, Hollywood è la massima espressione dell’affermazione di se stessi, a tutti i costi, un simbolo dell’apparenza e della finzione. In questo brano immediato, una Loser dei nuovi anni 20, viene citata proprio come antitesi rispetto all’inclinazione della band. Un brano con sintetizzatore in evidenza e ritmica che rimanda alla golden age hollywoodiana, presente anche nel suono quasi “circense” dei sassofoni. I ritornelli invitano gli ascoltatori a unirsi in uno sciagurato e penetrante sing along, ripetibile fino allo sfinimento.

“Bobby Is Dead” è un album dalle numerose sfaccettature. È un album di una moderna rock band, strutturato in maniera anti-classica, alternando episodi radiofonici e intermezzi narrativi, featuring e remix. Non è un caso che il quartetto indichi come fonti di ispirazione artisti eclettici e devoti alla contaminazione, dai Talking Heads ai Gorillaz, dai TV On The Radio a St. Vincent. Oltre a universali punti di riferimento sci-fi: Ritorno al futuro, la serie animata Rick and Morty, Guida galattica per gli autostoppisti… 

“Bobby Is Dead” racconta la storia di due personaggi misteriosi. Non sappiamo da dove provengano. Li abbiamo visti per la prima volta vagare in un deserto, trascinando la salma di Bobby Bones, al quale era dedicata la canzone dallo stesso titolo contenuta nell’omonimo album d’esordio dei God Of The Basement, pubblicato nel 2018.

“Bobby Is Dead” è stato elaborato attraverso due distinti metodi di lavoro: a una prima fase più canonica, svoltasi in sala prove, ha fatto seguito una seconda dovuta al recente lockdown e portata avanti a distanza attraverso videochiamate e scambio di file. Il disco è stato infine registrato al Blue Moon Recording Studio di Firenze da Samuele Cangi e Tommaso Giuliani, nonché prodotto dal gruppo in compagnia del medesimo Cangi. Bobby è morto, lunga vita a Bobby.

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