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“Consistenza Umana”: il nuovo disco di Daniele Morelli e Robert Tiso

Un disco che rievoca storie, immagini, suoni che appartengono a un passato recente, forse dimenticato. É questo il punto di partenza del nuovo disco di Daniele Morelli e Robert Tiso intitolato “Consistenza umana“, in uscita per l’etichetta OFF Récord, che riporta in vita la storia del manicomio di Volterra rimasto in piedi per circa un secolo fino alla chiusura avvenuta a seguito della legge Basaglia. Morelli è un chitarrista che ama sperimentare sul suono e uscire fuori dal seminato, mentre Tiso è un cristallofonista, per dirla in breve un suonatore di bicchieri, il migliore sulla piazza, nonché artista vero, puro e senza eguali, capace di generare melodie laddove non ci sono. Insieme hanno dato vita a una musica inedita, sospesa, riflessiva, ma anche diretta, senza fronzoli, che parte da una comune fonte di ispirazione per narrare qualcosa che fa parte del nostro passato più recente. Un viaggio onirico, tra sogno e realtà, che parte dalle passeggiate di Morelli intorno a un edificio ormai abbandonato per condurci nel manicomio più grande d’Italia, dove prendono vita ombre, figure e personaggi che l’hanno popolato per più di 90 anni. Su tutti spicca la figura di Nof4, ovvero Nannetti Oreste Fernando, internato per oltraggio a pubblico ufficiale che rimase dentro al manicomio fino alla sua chiusura.

Quest’ultimo è conosciuto per aver inciso una serie di graffiti sugli intonaci delle mura del complesso, con le fibbie delle cinture prese dalla divisa degli internati. Il titolo del disco prende spunto proprio dalla sua celebre frase in cui spiega che anche loro, i malati mentali emarginati dalla società, sono fatti di consistenza umana. Una testimonianza importante, fondamentale per ricordare il passato e per non dimenticare uno spaccato che fa parte della nostra storia. E il suono che hanno trovato questi due musicisti è senza dubbio quello giusto per immergersi in questo scenario in bilico tra realtà e alienazione, sogno e realtà, passato e presente. Basta lasciarsi trasportare dall’immaginazione e dai suoni per ritrovarsi lì davanti a Nof4 quando tra delirio e lucidità ci lasciava una pagina importante di come eravamo.

Chitarrista e compositore italiano, nato in Toscana nel 1984, originario di Forcoli, Daniele Morelli inizia a studiare il piano classico a 7 anni e la chitarra a 11 nel mUsic Artwork Village di Ponsacco, e in seguito jazz a Siena. Inizialmente influenzato dal blues, partecipa nell’Orchestra Atmaniam che lo avvicina alla world music e soprattutto alla musica africana, turca e indiana. Nel 2004 nasce il suo primo progetto personale di rock progressive intitolato Milvus con cui registra due album, uno in studio “Milvus” e uno dal vivo “Impronte Analogiche”. Dopo varie presentazioni e collaborazioni artistiche multi-disciplinarie in Italia, il gruppo viaggia in Olanda e si stabilisce ad Amsterdam per un anno, dove si presenta regolarmente in fori della città. In seguito, Daniele trasloca in Francia ed entra al Conservatorio Nacional de Lyon per proseguire la sua formazione jazz. Nei viaggi in Francia ha conosciuto e suonato con gitani e musicisti di jazz manouche imparando così il repertorio gypsy jazz. Ha studiato con il chitarrista Philippe Roche, amico di Michel Petrucciani e ha partecipato alle masterclass di Barry Harris e Jonathan Kriesberg.

Da Lyon, nel 2010 si muove a Bruxelles per partecipare al Bij Den Roge Trio e ad altri progetti di teatro e jazz. In questo periodo si forma il secondo progetto personale: Morelli Electric Quartet, che presenta regolarmente tra Belgio e Olanda per due anni fino al momento in cui viene contrattato per un mese di tour in Messico. Daniele ha vissuto gli ultimi anni tra Città del Messico e Oaxaca presentandosi in festival e jazz club con i suoi nuovi progetti, ovvero “Daniele Morelli standard trio”, “Dada Beat Orchestra”, “Grupo tsikuaki”, una formazione che fonde musica wirarika del deserto messicano e jazz, e altri progetti musicali. Tra i principali progetti, il tour del Morelli Electric Quartet da Amsterdam al Messico. Ultimamente ha registrato tre album a suo nome pubblicati con OFF Record label di Bruxelles. “Mision azul”, “La valigia dei sogni” e “Ars Musica”.

Cristallofonista anglo-italiano, il suo interesse nel suonare i bicchieri comincia nel 2002. Dopo aver collezionato un set di bicchieri da vino per quello che doveva essere un esperimento musicale casuale, ha scoperto che uno strumento del genere era stato inventato quasi 300 anni prima e molti compositori lo usavano nelle loro opere. Incuriosito dal suono affascinante, Robert ha padroneggiato ed evoluto i suoi strumenti autocostruiti, diventando uno dei pochi suonatori di arpa di vetro attualmente ad esibirsi. Uno dei suoi strumenti è in tournée con la produzione “La Verità” della Compagnia Finzi Pasca, per la quale è stato anche consulente per l’arpa di vetro fornendo tutorial ai loro interpreti.

Negli ultimi 10 anni Robert si è esibito ampiamente per diversi tipi di eventi, festival di musica e arte, spettacoli teatrali, eventi di gala, scuole, programmi educativi, eventi culturali, musei, spettacoli televisivi, documentari, programmi radiofonici. Anche eventi speciali legati al vetro o all’acqua, gli elementi fondamentali della sua musica, come la celebrazione di apertura della mostra sull’acqua al Phaeno Science Museum di Wolfsburg, la conferenza sull’acqua dell’Unicef a Lugano, il 75° anniversario del produttore di vetro Sise-Cam a Istanbul dove si è esibito con il pianista e compositore turco Fahir Atakoglu, al Museo del Vetro di Empoli-Firenze. Da gennaio a luglio 2014 Robert si è esibito per la produzione di Spiegelworld “Vegas Nocturne” all’interno di Rose. Rabbit.Lie. al Cosmopolitan di Las Vegas.

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