Disturbi del Comportamento Alimentare: il videoclip “Ad occhi chiusi” per andare oltre il disagio
Disegni, pensieri, parole e musica per una canzone raccolti in un videoclip. Per raccontarsi e allenarsi ad accettarsi “Ad Occhi Chiusi”. Come il titolo del progetto che ragazzi e ragazze, tutti fra i 12 e i 20 anni, hanno portato a termine all’interno del Laboratorio Espressivo, una delle tante attività del Centro della ASL Bari per i Disturbi del Comportamento Alimentare, ospitato nel PTA di Altamura.
La data di conclusione del progetto, il 15 marzo, non è casuale ma coincide con la Giornata Nazionale dei Disturbi del Comportamento Alimentare 2021, rappresentata simbolicamente con un Fiocchetto Lilla. Il video “Ad occhi chiusi” dura tre minuti ma è il traguardo condiviso di un percorso terapeutico iniziato in pieno lockdown, in cui i ragazzi hanno imparato a “guardarsi dentro e fuori” sino a divenire protagonisti, sia suonando che con la propria voce, di una canzone che entra delicatamente nel loro vissuto. Il laboratorio espressivo artistico è partito a dicembre, durante le festività natalizie, sotto l’input dei Tecnici della Riabilitazione Psichiatrica, tutte professioniste esperte sul tema dei DCA. Coinvolti otto ragazzi mentre in un’altra stanza, anche per aspetti di spazio e protocolli per Covid, i genitori partecipavano all’incontro di psicoeducazione di gruppo.
Un’occasione unica per andare oltre il disagio e lanciare un messaggio dai tanti significati: sensibilizzazione, informazione appropriata, lotta al pregiudizio su patologie psichiatriche che investono la mente, il corpo, il rapporto con se stessi e con il cibo. Soprattutto che si può tornare a sorridere, a vivere la vita quotidiana, superando giorno per giorno i possibili imprevisti.
Un tragitto complicato dalla difficoltà di stare assieme, a causa della pandemia che ha forzatamente spostato molte attività terapeutiche in presenza anche al canale virtuale, ma nel quale i ragazzi e i loro genitori non sono mai stati soli. Al loro fianco gli operatori del Centro DCA, diretti dallo psichiatra e psicoterapeuta Bartolomeo Giorgio, con il contributo attivo delle Associazioni di Familiari DCA “La Vela” e “Cibiamoci”, impegnate anche sul territorio della ASL Bari nel far funzionare alcuni punti di prossimità del Centro DCA, quali i Punti di Ascolto utili a supportare ed informare insegnanti, operatori sociali, giovani e famiglie sui disturbi del comportamento alimentare, favorendo l’accesso precoce alle cure.
«Nella UOSVD DCA Altamura – spiega il dr. Giorgio – sono previsti interventi terapeutici riabilitativi individuali e di gruppo con utenti DCA, anche coinvolgendo i genitori, con priorità rivolta all’utenza della fascia di età 10‐25 anni, in particolare quella 12‐19 anni». Questi laboratori – aggiunge il dr. Giorgio – «permettono ai ragazzi di sperimentare il senso di appartenenza, sviluppare capacità introspettive, mettersi in contatto con le proprie emozioni e il corpo, favorire la relazione di Sé rispetto all’Altro. Uno spazio di crescita psico-emotiva ove sperimentare la propria soggettività, ma anche forme di condivisione e di creatività» a supporto delle attività terapeutiche da programma.
Protagonisti certi sono stati i ragazzi che – sottolinea ancora lo psicoterapeuta – «con coraggio si sono misurati con qualcosa di differente dai soliti video e storie su smartphone. Anche nel raccogliere idee, emozioni e immagini in un testo. Essi stessi hanno voluto raccontare tramite il video la storia di una bambina anoressica nel pieno della malattia e successivamente lo sguardo di una donna che ha lottato per superare la malattia ed uscirne vincitrice».
Il lavoro di gruppo è passato successivamente prima nelle mani del maestro Maurizio Pellegrini, attore e regista, poi in quelle esperte del maestro Paolo Messa che ha saputo trasformare le parole in poesia e musica. Gli stessi ragazzi hanno voluto arricchire il video di tavole da disegno e riflessioni personali, con un successivo lavoro di montaggio e arrangiamento in studio di registrazione sino al prodotto finale.
«Nella nostra esperienza – sottolinea Bartolomeo Giorgio – si può affermare la scarsa, frammentaria conoscenza tra le persone dei Disturbi del Comportamento Alimentare. Anche la presenza di grandi pregiudizi nei confronti di questi disagi psichici che, con il lockdown, hanno avuto un incremento dei casi e della intensità dei sintomi, soprattutto sul piano psicopatologico. Come emerge nelle immagini e nelle tavole di disegno, si raccomanda che, oltre al peso, diventa importante riuscire a comprendere non solo durante il percorso terapeutico ma anche in famiglia cosa si nasconde dietro “un sorriso spento” e “un cuore triste” di un giovane con disturbi del comportamento alimentare. Il progetto “Ad Occhi Chiusi” – conclude – serve a favorire la motivazione alla cura, facendo comprendere anche che è possibile sperimentarsi, esprimersi, sentirsi non a disagio in un luogo di cura».