JEREMY DUTCHER torna con il singolo “Skicinuwihkuk”
JEREY DUTCHER è un Two-Spirit compositore, attivista ed etnomusicologo appartenenete alla Tobique First Nation, una delle sei riserve di indigeni Wolastoqiyik nel New Brunswick, Canada orientale.
Il debutto di Dutcher nel 2018, Wolastoqiyik Lintuwakonawa, lo ha portato ai vertici delle performance canadesi, vincendo il Polaris e il Juno Awards, dandogli l’occasione di collaborare con Yo-Yo Ma, Buffy St. Marie e Beverly Glenn Copeland e la possibilità di esibirsi in una bellissima performance di NPR Tiny Desk e portandolo a far parte della giuria della Canada’s Drag Race.
Wolastoqiyik Lintuwakonawa è nato come progetto di ricerca con cui lui ha riesumato e trascritto i suoni dei suoi antenati Wolastoqiyik registrati su antichi cilindri fonograici di cera per poi duettare con quelle incredibili voci, cantando alla sua comunità di Wolastoq una lingua parlata da meno di 100 persone. Le canzoni così reinterpretate catturano drammaticamente la bellezza della resilienza della comunità indigena al dolore e al trauma.
Oggi Dutcher, tenore e pianista di formazione classica che canta le canzoni dei suoi antenati sin da quando era bambino, torna con il suo primo nuovo lavoro da solista dal 2018, con “Skicinuwihkuk“, pubblicato con la sua nuova etichetta Secret City Records.
Il brano testimonia la prima volta in cui Dutcher affianca alla lingua Wolastoq l’inglese, uno sforzo per condividere con un pubblico più ampio la sua storia e quella della sua gente. Dutcher condividerà il nuovo singolo tramite una sessione con KEXP, in uscita domani mattina sui canali della stazione radio statunitense.
“Skicinuwihkuk” è un’opera potente in cui Dutcher canta al pianoforte accompagnato da un’intera orchestra. “Skicinuwihkuk” si traduce in “Indian Land” e ci racconta della sovranità della terra, uno degli argomenti cruciali su cui Dutcher intende stimolare, attraverso la sua arte, la coscienza delle persone.
La melodia della canzone rimanda a una registrazione di un cilindro fonografico di cera che ha ascoltato durante le ricerche sul suo debut album. I testi sono stati ispirati dagli appunti in cui Dutcher si è imbattuto, scritti dall’antropologo che aveva originariamente raccolto le canzoni degli antenati indigeni.
La voce che si ascolta all’inizio e alla fine della canzone è di Solomon Polchies della comunità Sitansisk della riserva First Nation, registrata nel 1963, e facente parte dell’Archivio Wolastoq al Canadian Museum of History.