La musica come terapia presso l’ospedale Santo Spirito di Roma
Una mattinata di musica classica, da Bach a Mozart, per i pazienti e gli operatori del Presidio Ospedaliero di Santo Spirto in Sassia. Gli allievi del Conservatorio di Santa Cecilia, del Conservatorio di Neuchatel e del Liceo Giordano Bruno di Roma hanno eseguito un concerto d’archi contemporaneamente in due posti distinti: presso la sala somministrazione DH Medicina interna/OncoEmatologia, solo per i pazienti e gli operatori, e nel chiostro dei Frati, per tutto il pubblico interessato.
L’evento “Note di terapia”, promosso dalla UOC Medicina Interna, ha visto il coinvolgimento di un ensemble musicale composto da sette violini, una viola e un violoncello. I giovani musicisti sono stati coordinati dai Maestri Francesco Di Donna, Olivier Piguet e Ruggiero Sfregola.
Tanta emozione e partecipazione all’iniziativa sia presso la sala somministrazione del Day Hospital sia presso il chiostro dei Frati. Prima dell’inizio del concerto, la Dott.ssa Patrizia Chierchini, Direttore area di direzione ospedaliera della ASL Roma 1, ha salutato i presenti ricordando come il “Santo Spirito sia storicamente un luogo molto legato alla musica e alla musicoterapia”. Successivamente sono intervenuti i coordinatori musicali e il Dott. Agostino Valenti della UOC Medicina Interna e promotore dell’iniziativa il quale, al termine della stessa, ha dichiarato “È stato un bel momento sia per gli operatori che per i pazienti. Dobbiamo incrementare iniziative del genere perché la musica, come già utilizzata da Aristotele e Platone, ha questo potere: tende a dare il maggiore equilibrio possibile al nostro organismo e a liberare le nostre energie positive”.
Attenti e coinvolti i pazienti, gli operatori ma anche i musicisti “una iniziativa bellissima sia per il valore della cosiddetta musicoterapia in sé ma molto più semplicemente perché la bellezza può parlare ad ogni cuore – ha dichiarato il Maestro Francesco Di Donna, dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia – Anche chi è sofferente può essere consolato dalla bellezza; sia da quella che ricorda e sia da quella che intravede nel presente. Per dei musicisti, percepire queste emozioni, è la massima aspirazione. Dopo quasi 50 anni di carriera e concerti – continua Di Donna – posso confermare che la massima aspirazione sono momenti come questi, dove magari suoni per persone che non hanno mai ascoltato musica classica ma capisci cosa stanno vivendo attraverso l’attenzione e la gioia nei loro occhi. Spero e sono convinto che queste stesse emozioni le stiano provando i giovani musicisti che, con profonda convinzione ed entusiasmo, hanno accettato di suonare oggi. I ragazzi sono meravigliosi perché sono come delle piantine che, se annaffiate, il giorno dopo trovi il fiore… i giovani sono quindi in grado di fiorire, pieni di bellezza e iniziative come queste sono sicuramente di grande aiuto.”