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“Nettuno”: il primo singolo dei Dresda

Nettuno“, voce onirica della coscienza umana, maledice gli uomini per le loro azioni e omissioni, che fanno del mare lo strumento del loro oblio: il primo singolo dei Dresda ha la volontà di non stare in silenzio, tra post-punk e rock alternativo.
La furia del dio del mare, che si erge a nemico mortale, si contrappone alla speranza che l’uomo possa tornare a onorare il mare come qualcosa di sacro, in primo luogo rispettando l’umanità stessa: il riferimento ai naufragi di migranti è evidente. La narrazione del brano, raccontata da un punto di vista intimo, attinge da un immaginario tra il mitologico e il moderno; la proposta è quella di un testo impegnato, sul modello del cantautorato italiano. Il sound attinge dalla scena post-punk UK, con riferimenti ai Fontaines DC mescolato con elementi new wave, shoegaze, stoner e, in generale, anni 90.

Da natura che si presta alla meraviglia, il mare diventa ostacolo insormontabile per la sopravvivenza. La voce dei Dresda offre un punto di vista su questo tema delicato senza però risultare mai didascalica: si percepiscono gli esiti della tragedia in mare fatta di oggetti andati alla deriva, laddove le onde riflettono romanticamente il firmamento, creando un ossimoro lacerante. L’auspicio con cui si chiude il brano è che le maree smettano di portare a riva corpi esanimi. “Sarò il vostro nemico mortale”: i Dresda si pongono come testimoni, consapevoli e inermi, del massacro.

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