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Dopo i 25 milioni di streaming del disco precedente e quattro anni di assenza torna il cantautore toscano Postino che annuncia l’album “L’ordine delle cose da dire“, in uscita il 1 dicembre 2023.

“Quattro anni di silenzio sono galassie in collisione nel mondo della musica, ma nella musica nulla implode e tutto resta, immune fino al ‘dimenticare’, al ‘dimenticarci’.”.

Il disco precedente “Latte di Soia” era spuntato dal nulla e aveva convinto tutti, subito, totalizzando oltre 25 milioni di streaming.
Postino, nome d’arte del cantautore fiorentino Samuele Torrigiani che lavora come psichiatra in una struttura penitenziaria, aveva regalato al pubblico 8 tracce di synth-pop leggero terribilmente terapeutico, con cui raccontava la pesantezza delle cose quotidiane che rimangono non dette e incastrate dentro di noi, facendo breccia nell’animo degli ascoltatori.
Dopo 4 anni di silenzio in cui Samuele – laureato già in medicina – prende la specializzazione in psichiatria, torna oggi il cantautore con l’annuncio dell’atteso secondo album di inediti dal titolo “L’ordine delle cose da dire”, in uscita il 1 dicembre 2023, con distribuzione Ada Music Italy.
Le otto tracce del disco sono intrise di delicato intimismo e ci raccontano con timbro malinconico gli eventi della sua vita. La scrittura di Postino è, infatti, sin dai suoi esordi, ispirata a storie che ha vissuto in prima persona o che ha ascoltato. “Parlo delle piccolezze della vita perché sono i dettagli alla fine quelli che contano. Le grandi cose contano solo fino ad un certo punto, proprio perché sono grandi cose e capitano una sola volta.”, ha affermato.
È proprio l’urgenza di raccontare il proprio vissuto, di metterlo in parole e melodie per liberarsene ed esorcizzarlo la chiave dell’autenticità della musica di Postino che, condividendo il suo vissuto con una impeccabile cura dei testi, è capace di creare una profonda empatia con chi lo ascolta, anche dopo 4 anni di silenzio.
“Quando si torna a un luogo che si è lasciato, ci si sente in dovere di annunciare il proprio arrivo, come quando si fa ingresso nella stanza con un colpetto di tosse. E si spera che ci accolga quella familiarità assunta attraverso corrispondenze, le stesse che si spera di ritrovare cresciute, invecchiate, disilluse, con la barba di due giorni e le bollette da pagare. Quattro anni di silenzio sono molti colpetti di tosse, ma sono anni in cui il silenzio è stato solo parola inespressa, e non per questo parola non levigata, lavorata, sentita. Le canzoni di questo album vi troveranno diversi, e probabilmente sarete voi a trovare diverse loro, rispetto a quello che erano, rispetto a quello che ero io. Capirete che il sound elettronico è rimasto in “quella scatola”, ormai piccola per essere d’aiuto al trasloco in un bilocale, per fare spazio ad archi, fiati e chitarre elettriche. Ma probabilmente ci ritroveremo lo stesso, seppur diversi, nella sincerità di un brano.”.


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