Dopo aver servito un tris di singoli che ha riscosso la curiosità degli addetti ai lavori e non, tornano i SAFARĀ con un nuovo singolo, “squisio”, fuori venerdì 24 novembre.
“squisio” è uno stato d’animo, è quella sensazione che provi quando sei di ritorno in macchina da casa dell’altro, quando il tempo procede più lento, quando i semafori, gialli o arancioni che siano, ci accompagnano e ci ricordano di rallentare ancora di più, un modo per godersi quel momento.
Vivere con estasi una sospensione temporale, come quando da piccini, tra i vicoli della Toscana, si giocava tutti a nascondino e se volevi sospendere il gioco bastava gridare “Squisio!!”. Una semplice parola di rito che annullava la partita in corso, per poter poi ricominciare.
“squisio” è un atto di autoerotismo musicale, una serenata dedicata a noi stessi, un film con un solo attore diretto da un regista che porta lo stesso nome del protagonista. Poco importa se la trama non sia condivisa dall’altro che non si vede mai e viene solo immaginato, pensato. Quello che conta è quello che conduce la nostra mente al di là di questo film, al di là di “squisio”, al di là dell’amore stesso.
I SAFARĀ sono Stefano Morlando, Federico Bartoli, Tommaso Raimondo e Giulio Breschi.
Morla, Giulio, Federico, Tommaso. Sono una torta della nonna conservata nello zaino, e mangiata nel club più in voga di New York. Sono i Safarā. Parola araba dal significato profondo e magico, di viaggio e di scoperta. La loro musica varia dal funk al pop, toccando colori e sfumature di un quadro sempre in lavorazione, in un mix di elettricità e di pensiero. I loro testi vengono attraversati da domande, dubbi, certezze e incertezze. Tutto questo col sorriso di chi è consapevole che ogni scelta che si fa, in fondo è quella giusta. Un nostalgico viaggio nell’animo e nella mente, nel cuore e nello stomaco di chi ascolta i loro brani. Con interesse verso la natura e il mondo che ci circonda, il loro intento è affondare sempre più le proprie radici nel terreno. Più le radici sono salde e più i rami si possono allontanare, in cerca di altre storie coinvolgenti da mettere in musica.
La recente costituzione del gruppo si fonda su plurime esperienze nei contesti più disparati: Giulio Breschi e Federico Bartoli collaborano da anni con il progetto Atacama che porta la loro musica strumentale in mezza Italia, nei live, nei teatri e in televisione, dove La 7 con “Non è l’Arena” e Rai 2 con “Chi l’ha visto?” ospitano le loro composizioni. Nel 2019 pubblicano il loro album «Siamo Senza Parole» edito dall’etichetta Level 42. Tommaso Raimondo è impegnato invece in svariate esperienze da turnista, fra le più significative ricordiamo quella con Michele Beneforti, con cui apre il concerto di Robben Ford e Eric Gales nella cornice del Pistoia Blues e quella con Massimo Ceccherini, con cui collabora dal 2017 al 2019. Stefano Morlando, ha fatto parte di alcune tribut band, esibendosi su palchi come il Viper Theatre di Firenze e il Capanno Blackout di Prato. La musica ha da sempre fatto parte della sua vita e fin da piccolo comincia a scrivere testi, immaginandosi un giorno di trasformarli in canzoni.