Allarme sicurezza nazionale! Tutti noi siamo chiamati a sacrificare sull’altare della sicurezza nazionale le nostre libertà individuali! Questo è il messaggio, o se vogliamo il grido d’allarme, lanciato nella canzone “Sicurezza Nazionale” dall’artista Rocco, che ha fatto della provocazione uno dei suoi principali cavalli di battaglia.

Il brano colpisce e cattura sin dal primo ascolto grazie alle strofe graffianti, ai toni provocatori e ai messaggi forti che vanno dritto al punto senza fronzoli né giri di parole, ma sempre surfando sull’onda della satira e dell’ironia più pungente.

Il testo affronta, da diverse angolazioni, il tema della sicurezza in una società contemporanea, esplorando in modo critico l’ossessione crescente per il controllo e la protezione, a scapito però proprio delle libertà individuali.

Rocco usa un linguaggio diretto e schietto, arricchito da una buona dose di ironia e sarcasmo, per mettere alla berlina e allo stesso tempo denunciare le politiche che ruotano attorno al tema della sicurezza nazionale. La canzone denuncia l’ipocrisia di un sistema che, nato per proteggere i cittadini, in realtà non fa altro che alimentare una cultura di paura e di sospetto.

E così “se mettono in galera giornalisti come Julian”, facendo ovviamente riferimento a Julian Assange che ha smascherato torture e documenti segreti legati alla corruzione e alla violazione dei diritti umani, “è perché è solamente colpa sua”.

Il messaggio è volutamente provocatorio, così come è provocatorio il ritornello che recita così: “Sicurezza nazionale abbiamo un universo da salvare, sicurezza nazionale per sventare l’armageddon nucleare”.

Passando da temi molto forti, come il genocidio in Palestina e la connivenza tra mafie e governi, definiti “amici per la pelle”, Rocco a tratti ricorda la satira e il sarcasmo pungente di artisti del calibro di Paolo Rossi e Giorgio Gaber.

Da un punto di vista musicale, “Sicurezza Nazionale” si appoggia su una base ritmica ben costruita su sonorità che spaziano dal pop elettronico al rap fino allo ska. Un mix musicale che rende il pezzo estremamente coinvolgente, dinamico ed energico con un ritornello orecchiabile che rimbomba come un motivetto nella testa anche dopo molto tempo aver ascoltato la canzone.

Il ritmo è volutamente fresco, tambureggiante e incisivo per trasmettere un messaggio carico di significati politici e sociali. La voce di Rocco, a metà tra quella di un menestrello e di un arringatore di folle, si adatta perfettamente al testo alternando momenti di rabbia e di frustrazione con passaggi più riflessivi e disillusi. L’artista riesce ad equilibrare molto bene le diverse emozioni che si snodano durante tutto il pezzo, rendendo il brano coerente e convincente.

Uno dei passaggi più significativi è verso il finale quando, senza alcuno strumento musicale, Rocco a voce bassa punta il dito contro le elezioni nazionali truccate, le scuole che diventano palestre per gli schiavi del domani e i governi in mano a pedofili perversi. In un contesto così squallido dunque i ribelli diventano eroi perseguitati dai potenti e gli unici porti sicuri sono gli abbracci degli amici, che rappresentano anche i miglior farmaci da usare come antidoto contro una società marcia alla deriva.

“Sicurezza Nazionale” non è dunque una semplice canzone di protesta, ma è un commento tagliente, provocatorio e acuto che invita l’ascoltatore a riflettere su temi attuali molto forti, il tutto condito da una produzione musicale fresca, moderna e accattivante.

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