THE BOWERS: fuori il nuovo disco “Pieno mezzo vuoto”
In “Pieno mezzo vuoto” dei The Bowers si materializza la danza raffinata delle opposte prospettive che abitano l’animo umano, sono punti di vista differenti. Una percezione che intreccia luce e ombra, rivelando l’essenza stessa della dualità che caratterizza l’esperienza umana. I testi passano da riflessioni introspettive a storie di vita vissuta.La nostra musica spazia tra l’onirico e realtà.
“Quanto Basta” è un’effimera avventura amorosa, un amore non corrisposto. Una ragazza giovane dentro, un’estate fugace durata un attimo, per poi sfiorire in un autunno amaro e vuoto. Classico sentimento nato troppo presto ed esploso tra le dita, solo il tempo può guarire.
“Vuoti” parla di depressione, di quei momenti in cui vedi tutto nero e senti il peso di vivere, quando ogni giorno sembra uguale e perdi il senso della vita. Quando tutto sembra un’abitudine che piano piano ti consuma e il vuoto diventa sempre più grande, una voragine che col tempo diventa impossibile colmare e finisce per assorbire l’anima.
“Nebbia” è “Dipendenza”, sotto qualsiasi forma essa si manifesti. Quando ci troviamo intrappolati in un loop senza via d’uscita, incapaci di liberarci da questo legame che ci tiene prigionieri. Inesorabilmente, siamo attratti verso ciò che ci fa male. La dipendenza ci priva della nostra libertà e ci impedisce di vedere chiaramente oltre il nostro stato di dipendenza.
“Mario Livore Bros“, titolo nato dalla combinazione delle sonorità di Mario Bros, il famoso videogioco, e la parola “Livore” che racchiude il significato del brano.Il brano parla di ferite di relazioni spezzate, siano esse d’amore o amicizia, diventano il terreno fertile in cui il sentimento di vendetta cresce e minaccia di offuscare la nostra visione. Ma perché nutrire il piacere nella sofferenza altrui, dimenticandosi di vivere appieno la nostra stessa esistenza? È come se l’ego prendesse il sopravvento, persuadendoci che il centro dell’universo risieda innoi stessi, ma in realtà non è solo che un’illusione…
“Donna Fugata“: Convivenza innaturale, storia di una monogamia forzata, complice un’educazione cattolica con nobili principi ma che spesso tende a creare esistenze di apparente serenità e di una falsa facciata.
“4 Giugno“: Una storia vera! Parla di un’aggressione in piena regola dopo un concerto, la violenza e la tirannia di una società malata e annoiata che spinge verso un vortice di accidia ed inutili gesti criminali.
Una delle caratteristiche distintive del gruppo risiede nel fatto che ciascun membro porta con sé non soltanto preferenze musicali che ci accomunano, ma anche quelle che, al contrario, ci differenziano. Questa varietà si riflette nel nostro ascolto, che spazia attraverso una vasta gamma di generi. Riteniamo che questo sia riflesso anche nella nostra musica.
Il progetto The Bowers prende vita nel 2016. La band fa del melting pot sonoro e della contaminazione tra diversi stili musicali la propria cifra stilistica e attitudinale. La matrice punk hc di partenza si contamina con la fruibilità del pop che viene irrobustita da sonorità graffianti che ammiccano al crossover/nu metal. Le liriche in italiano, a metà strada tra la realtà e l’immaginazione, si sposano e si amalgamano con il sound spigoloso della band, tracciando traiettorie imprevedibili che disegnano un percorso immaginifico, dove la contrapposizione ed il paradosso duale la fanno da padrone. Inseguendo una ricerca introspettiva che non si conclude, né si arresta, come infinite e vaste sono le possibilità che l’arte può esprimere.