Viviamo in un mondo devastato da guerre, egoismo, ingiustizie e prepotenze. Serve una scintilla che faccia luce e che illumini il cammino dell’umanità. Quella scintilla è raccontata da Edoardo Tincani nel suo ultimo brano, realizzato insieme al compositore Stefano Caffagni. I due artisti, dopo il singolo d’esordio “Benedite” interamente dedicato al creato, questa volta cantano un’invocazione di luce in questi tempi bui che l’umanità attraversa intitolata proprio “La scintilla”. Alla realizzazione del brano hanno partecipato anche Giovanni Caffagni che si è occupato della produzione e Alberto Benati che invece si è occupato del mix e del mastering.

Questa canzone può essere considerata a tutti gli effetti una preghiera semplice, con un’impronta trinitaria, in quanto il destinatario è Dio nella persona del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Il ritornello completa la preghiera fino a manifestare pienamente tutta la sua potenza. “Fiamma che illumini e ardi e non ti spegni mai, squarcia l’oscurità, brilla e ci rischiarerai” – queste sono le parole dopo le prime strofe, alle quali poi se ne aggiungono altre: No, non è mai troppo tardi per questa umanità: accendi in noi la scintilla: la luce che Tu dai, che il male brucerà, che il bene porterà”.

Il problema dell’umanità è che, come a Babele, non parla la stessa lingua e non si capisce. C’è però un linguaggio universale che tutti i paesi conoscono, quello dell’amore che può unire e affratellare i popoli.

Come in un altro dei suoi brani più pop, “Reggio Emilia”, Edoardo Tincani inizia la sua canzone parafrasando dei versi della Divina Commedia di Dante Alighieri, in questo caso con la frase “O Dio che muovi il sole e le alte stelle” che rimanda all’ultimo verso del Paradiso, anche oggi uno dei passaggi più importanti e significativi dell’opera del Sommo Poeta.

Tincani fa un’osservazione sulla fragilità, nell’universo, degli esseri umani – considerati “piccole particelle” – per poi paragonare Dio ad una fiamma eterna che, come il roveto ardente che Mosè incontra nell’Antico Testamento, può trasmettere luce e calore a chiunque si senta spento o “raffreddato” dagli orrori dell’attualità e dalla crudezza del mondo in cui viviamo.

“Accogli nel tuo tutto il nostro nulla, tu Spirito Santo”: quest’altra strofa evidenzia come ci affanniamo per rincorrere cose e traguardi che spesso non hanno alcun valore, mentre a riempire di gioia la nostra vita sono i beni immateriali che riceviamo gratuitamente, come doni. 

“La scintilla” è una richiesta di pace e di unità per il mondo, lacerato da guerre e terrorismo, ma anche per la Chiesa, sempre minata da antiche e nuove divisioni e frizioni interne. Per ricomporre un’umanità ormai allo sbando e in frantumi, Edoardo invoca lo Spirito Santo, portatore di luce e di pace.

Tuttavia la scintilla cantata da Edoardo Tincani, con una musica edificante e incoraggiante, non è affatto un lamento rassegnato, ma è un atto di fiducia verso l’amore divino del Signore che porterà pace e salvezza nel mondo. Ma è anche un invito alle donne e agli uomini di buona volontà a fare strumenti di bene con la loro vita.

In ognuno di loro, infatti, Dio può accendere una piccola scintilla che, magari, può contribuire ad appiccare quell’incendio d’amore di cui il mondo ha sempre più bisogno.

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