«Fin dalla prima volta che ho ascoltato Vita, l’ho sentita subito mia. Al di là della grande bellezza della musica e degli arrangiamenti, la canzone ha subito creato un canale di comunicazione diretto con me, parlandomi delle mie sofferenze e dei miei sbagli più grandi, di come li ho affrontati o persino negati, di come ho deciso di andare avanti consapevole di essere rinato più saggio, o magari anche solo sopravvissuto, che a volte è già tanto. Una vera e propria medicina catartica, questo è il potere delle grandi canzoni». A pochi mesi di distanza dal suo ultimo singolo Girasole, Enrico Lombardi torna con “Vita“, una sua reinvenzione del classico di Lucio Dalla e Gianni Morandi, pubblicato in vista del compleanno del grande artista, nato il 4 marzo 1943.
La scelta del cantautore abruzzese non è casuale, è legata a motivazioni personali di sofferenza e rinascita, ma anche alla voglia di omaggiare Lucio Dalla, che nel suo creativo trasformismo musicale ha sempre ispirato Enrico: «La sua arte musicale, completa sotto ogni punto di vista, rappresenta un punto altissimo, forse il più alto insieme ad artisti che si contano con una mano. Nel caso di Vita e di tutto Dalla Morandi, viene fuori anche la sua grande capacità umana di contagiarsi, contaminarsi con altri artisti».
Classe 1980, amante sia di Dalla e Battisti che di Beatles, Led Zeppelin e Jonathan Wilson, Enrico Lombardi sposa la canzone d’autore all’italiana con il grande rock classico internazionale. Dopo la partecipazione nel 2007 al Progetto Booster con Benvegnù, Cottica & Cisco, Soave e Colliva, Enrico Lombardi intraprende la sua attività artistica principalmente live, pubblicando in seguito il suo primo singolo, Marilyn, a cui segue poi il più recente Girasole. Dopo Vita sarà la volta di un nuovo inedito e alla fine del 2021 uscirà il suo primo album solista.
Vita è presentato in un video speciale dal vivo, registrato a porte chiuse al Babilonia di Pescara, in anteprima sul magazine L’Isola della Musica Italiana. Un piccolo ma appassionato live a distanza, carico di speranza: «Non vedo l’ora che si ritorni alla normalità, lo spero con tutto il cuore. E poi, l’aspetto più importante, ciò per cui la musica è stata creata e vive: la condivisione sociale, emozionarsi e abbracciarsi a un concerto cantando a squarciagola canzoni. Avremo tutti bisogno di una lunga terapia di gruppo per assorbire questo isolamento».